INSORGERE PER RISORGERE

Il dominio che si attua attraverso la gestione omologante della scuola, fa sì che si possano “formare” individui che sin dalla più tenera età vengano abituati a soccombere, ad obbedire e a prostrarsi. L’attuale distruzione della scuola pubblica ne è un esempio lampante. La scuola diventa sempre più una galera, mantenendo un aspetto sempre più gerarchico e autoritario. Provvedimenti come il 5 in condotta, la diminuzione del numero degli insegnanti, l’impoverimento dei programmi e la distruzione di servizi basilari come il tempo pieno e gli insegnanti di sostegno, non fanno altro che peggiorare le condizioni di una scuola sempre più selettiva e classista. Una scuola che rispecchia appieno anche il carattere sempre più razzista e xenofobo dello stato (i vari tentativi di creare classi differenziali e il tetto massimo del 30% di studenti immigrati per classe).

Il becero discorso sulla meritocrazia non fa altro che fomentare l’odio tra il corpo studentesco, la rivalità spietata, la cinica concorrenza per poche briciole di pane.

In tutto questo l’unica disciplina che non perde la sua cattedra ma anzi la mantiene salda, è la religione cattolica. Per il potere, infatti, è di fondamentale importanza mantenere l’insegnamento religioso, da sempre fucina di dogmi, paure, ignoranza e oscurantismo. Mentre si rafforzano i dogmatismi, l’insegnamento scientifico viene bandito, gli spazi per la ricerca azzerati e viene annullata ogni forma di crescita, di senso critico e di progresso collettivo.

È la scuola degli automi, è la scuola della tecnoburocrazia, è la scuola del dominio e della sopraffazione.

Il movimento studentesco sta cominciando ad avere una forza propulsiva. Centinaia di scuole e facoltà sono in stato di agitazione. Decine di migliaia di studenti invadono le piazze, paralizzando la monotonia alienante delle città. Oggi più che mai bisogna rilanciare le lotte per la libertà. La crisi sta investendo pesantemente tutti (dagli studenti ai lavoratori, ai precari, ai disoccupati). La protesta si deve generalizzare, non concentrandosi solamente al mero piano rivendicativo, ma slanciandosi verso una progettualità rivoluzionaria. Il sistema autoritario e gerarchico non è mai riformabile, ma deve essere distrutto.

Il modello educativo che vogliamo, è un modello in cui l’insegnamento sia gestito dal basso, slegato dalle logiche capitaliste e stataliste. Un modello fondato sull’uguaglianza, la solidarietà e il mutuo appoggio. Vogliamo l’istruzione integrale, dove non ci siano differenze di valore tra l’insegnamento artigianale-professionale e l’insegnamento scientifico; dove si possano formare donne e uomini completi, liberi e indipendenti. Un’ istruzione dove la coscienza critica e la libera discussione siano tra i principi fondamentali.

COLLETTIVO STUDENTESCO ANTIAUTORITARIO

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