17 NOVEMBRE: GIORNATA DI LOTTA INTERNAZIONALE

La scuola e l’università italiane stanno cadendo a pezzi. Il processo di distruzione è ormai avviato da tempo: dalla riforma Ruberti, alla Berlinguer, fino alla Moratti e alla Gelmini. Tutti i governi che si sono succeduti (di centro-destra e di centro-sinistra) hanno smantellato quella che un tempo si chiamava istruzione pubblica.

La riforma Gelmini è l’ultimo tassello di un piano molto più complesso,  che ha le sue fondamenta nella eliminazione di ogni possibilità di accesso a un’istruzione di qualità per tutti. I tagli indiscriminati alle borse di studio (riduzione del 89,55%); il finanziamento alle scuole private (250 milioni destinati alle scuole cattoliche); lo smantellamento delle università pubbliche, che, rimanendo senza fondi, sono costrette a ridurre drasticamente l’offerta formativa e, nei casi più tragici, addirittura a chiudere i battenti, dimostrano chiaramente il grado di attacco che lo stato e il capitale hanno sferrato contro l’istruzione.

Mentre noi manifestiamo qui a Palermo, in altre migliaia di città sta avvenendo la stessa identica cosa. Le lotte degli studenti e dei lavoratori si sono radicalizzate un po’ ovunque (dalla Francia, alla Grecia fino ai recenti fatti di Londra). Qui in Italia un reale movimento studentesco stenta a ripartire e le proteste che esprimono un minimo di radicalità in più, vengono puntualmente represse coi manganelli. La repressione è l’arma preferita dello stato e oggi assistiamo ad un progressivo acuirsi della violenza poliziesca. Lo stato affronta le emergenze sociali come una questione di ordine pubblico. Qualsiasi crisi sociale (dalla disoccupazione, alla precarietà, alla negazione di ogni libertà) viene repressa ferocemente.  E le ultimissime vicende di Brescia e Milano ne sono la testimonianza più eclatante.

Oggi non abbiamo più nulla da perdere. Studenti, ricercatori, docenti, lavoratori tecnico-amministrativi sono di fronte ad una scelta obbligata: o rilanciamo la lotta per un’istruzione veramente equa, libera e condivisa oppure subiremo supinamente l’ignoranza, la precarietà e la miseria. La storia ci insegna che ogni movimento, per essere realmente incisivo, deve svilupparsi dal basso, senza deleghe, senza capi e senza alcuna forma di egemonia. Il 17 Novembre, tra le tante cose, ricorda il tragico eccidio del Politecnico di Atene dove (nel 1973) migliaia di studenti si erano asserragliati, rivoltandosi contro il sanguinario regime dei colonnelli. Quegli studenti gridavano “Pane, Educazione e Libertà!”. La rivolta ateniese venne stroncata nel sangue: i carri armati di Papadopoulos sfondarono i cancelli uccidendo decine di studenti e ferendone centinaia. Oggi come allora vogliamo rilanciare le lotte per la libertà. Contro l’ignoranza e la mediocrità dell’esistente CONTINUIAMO A GRIDARE PANE, EDUCAZIONE E LIBERTÀ!

COLLETTIVO STUDENTESCO ANTIAUTORITARIO


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